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TRUFFE DEI PIANI DI ZONA - Piazza pulita 10 novembre 2016


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Da Sapere

  • Unioni Civili, come funzionano i diritti di successione

    L’approvazione in senato della disciplina delle unioni civile e delle convivenze ha messo in moto una forte curiosità di conoscere gli aspetti della normativa, per scoprire nei dettagli in che modo lo Stato consente l’aiuto tra persone conviventi dello stesso sesso o non? Quali sono i nuovi diritti? E i doveri?
    Il fenomeno delle convivenze è in continuo aumento mentre i matrimoni calano ad un ritmo del 5% annuo già dal 2011 secondo dati Istat.
    Le coppie di fatto che vogliono definire le “regole” della propria convivenza potranno farlo attraverso lo strumento del contratto di convivenza: un accordo scritto che, oltre a poter disciplinare la facoltà di assistenza reciproca, in tutti i casi di malattia fisica o psichica, o la designazione dell'amministratore di sostegno, può regolamentare l'assetto patrimoniale della convivenza.
    Particolarmente sentita è la necessità di disciplinare il caso di morte di uno dei due conviventi, trovandosi il partner, in mancanza di un testamento, privo di qualsiasi tutela, una condizione “delicata” se il partner in vita è economicamente più debole.
    L’articolo 42 del testo approvato al Senato disciplina , in caso di morte del proprietario della casa di comune residenza, «il diritto del convivente di fatto, superstite, di continuare ad abitare nella stessa per
    due anni o per un periodo pari alla convivenza se superiore a due anni e comunque non oltre i cinque anni, In caso coabitino figli minori o disabili del convivente superstite, il medesimo ha diritto di continuare ad abitare nella casa di comune residenza per un periodo non inferiore a tre anni».
    Inoltre (articolo 43), nei casi di morte del conduttore o di suo recesso dal contratto di locazione della casa di comune residenza, il convivente di fatto ha la facoltà di succedergli nel contratto.
    Ecco invece le quattro principali differenze - elaborate dal Consiglio del Notariato - tra cosa prevede oggi la legge tra matrimonio e coppia di conviventi in materia di
    diritti successori
    1 -La legge prevede a favore del partner del defunto diritti successori in mancanza di un testamento?
    Si alla coppia unita da matrimonio
    Al coniuge del defunto sono
    riconosciuti i seguenti diritti:
    - l'intero patrimonio se non ci sono figli, ascendenti e fratelli del defunto;
    - 1/2 del patrimonio se c'è un figlio;
    - 1/3 del patrimonio se ci sono più figli;
    - 2/3 del patrimonio se ci sono ascendenti o fratelli.
    No alla coppia di conviventi
    Al convivente la legge non riconosce
    alcun diritto successorio.
    2 - Esiste un diritto minimo sul patrimonio del defunto riconosciuto al partner che non può essere violato né con testamento né con donazioni o altre liberalità poste in essere in vita?
    Sì alla coppia unita da matrimonio
    Al coniuge è riservata una quota del patrimonio del consorte defunto (la “legittima”) della quale non può essere privato per volontà del defunto, sia stata questa espressa in un testamento o mediante donazioni o altre liberalità:
    - 1/2 patrimonio se non ci sono figli o ascendenti del defunto;
    - 1/3 del patrimonio se c'è un figlio;
    - 1/4 del patrimonio se ci sono più figli;
    - 1/2 del patrimonio se non ci sono figli ma ascendenti.

    No alla coppia di conviventi

    Al convivente la legge non riconosce alcun diritto successorio e quindi neppure il diritto alla quota di legittima
    3 - È necessario redigere un testamento per riconoscere diritti successori al proprio partner?
    No alla coppia unita da matrimonio
    Se non viene redatto un testamento
    è la legge che disciplina la devoluzione dell'eredità, prevedendo specifici diritti successori a favore del coniuge del defunto (vedi sopra). Il testamento è necessario se il testatore intende attribuire al coniuge maggiori o diversi diritti rispetto a quelli che gli spetterebbero ai sensi di legge
    Sì alla coppia di conviventi

    Il
    testamento è l'unico strumento a disposizione del convivente per poter attribuire diritti successori al proprio partner. In mancanza quindi di un testamento, il convivente non potrà vantare alcun diritto sui beni caduti in successione, che si devolveranno a favore dei parenti del defunto sino al sesto grado.
    4 - Sono previste agevolazioni fiscali a favore del partner del defunto in caso di devoluzione ereditaria a suo favore?
    Sì alla coppia unita da matrimonio
    Con riguardo all'imposta di successione
    il coniuge gode di una franchigia di un milione di euro. Per i beni di valore superiore a quello della franchigia si applica un'aliquota del 4%.
    No alla coppia di conviventi
    Con riguardo all'imposta di successione
    il convivente non gode di alcun trattamento privilegiato. Si applica l'aliquota prevista, in generale, per le successioni tra soggetti non legati da vincolo parentale, ossia l'aliquota dell'8% (senza la previsione di alcuna franchigia). Si può “mitigare” il peso fiscale della devoluzione ereditaria a favore del convivente facendo ricorso alle “polizze vita” (indicando come beneficiario per l'appunto il convivente). Il capitale che verrà pagato dalla assicurazione, infatti, non viene acquisito per effetto della successione, ma direttamente dal beneficiario, in virtù dello schema contrattuale prescelto, e quindi non è soggetto a imposta di successione.
    Resta fermo per i premi pagati in vita dall'assicurato, il problema dell'eventuale lesione dei diritti dei legittimari.